Dal 25 Giugno al 30 Ottobre 2011 presso palazzo Collicola a Spoleto la Fondazione presenta un progetto di Latifa Echakhch dal titolo “A chaque stencil une revolution (for each stencil a revolution)”.
E’ un sorprendente lavoro murale del 2007 che ha visto, tra le varie tappe espositive, un passaggio alla Tate Modern di Londra. L’artista marocchina, attraverso una notevole varietà di mezzi espressivi, esplora i concetti di appartenenza e sradicamento, lavorando sulle tensioni etiche dell’identità, sia individuale che collettiva. Le sue opere sono realizzate a partire da oggetti comuni, presentati come tali o dopo semplici modifiche: aste per bandiere esposte senza bandiere, tappeti per preghiera il cui interno è stato ritagliato e di cui resta solo il bordo, cartine geografiche accartocciate come fossero piccoli emisferi, microfoni senza il meccanismo di amplificazione. Un’essenzialità “poverista” che alimenta la potenza silenziosa delle sue metafore minimali, continuamente intrecciate alla memoria, ai temi politici più scottanti, al dramma degli estremismi religiosi, delle migrazioni e della violenza in espansione. “A chaque stencil une revolution (for each stencil a revolution)” è composto da fogli di carta carbone irrorati di alcol, così da perdere il loro potere moltiplicatore, vanificandone la finalità, disperdendo la potenza della parola che diventa colatura di colore, pigmentazione indefinita, incerta, incontrollabile.
Scrive Gianluca Marziani: “Rocco Guglielmo sta costruendo una collezione imprevedibile ed eterogenea, ricca di sorprese che diventano un richiamo alchemico ai flussi culturali del Mediterraneo, allo scivolamento linguistico di questi anni, ai modelli meticci dove il dialogo nasce dal cortocircuito. Molteplici mondi che formano geografie collezionistiche mentre tracciano le fondamenta della stessa Fondazione, un luogo dalla dimora nomade e dallo spirito indagatore. Latifa Echakhch è un recente acquisto che conferma quanto appena detto, lungo lo spirito morale che anima le passioni coraggiose di Rocco Guglielmo”.